ITALIANI IN CARCERE ALL’ESTERO NO FURTHER A MYSTERY

Italiani in carcere all’estero No Further a Mystery

Italiani in carcere all’estero No Further a Mystery

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Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno statuito che il coniuge divorziato più debole, in caso di stabile convivenza, non perde automaticamente il diritto all’assegno divorzile. L’assegno potrà infatti essere mantenuto nella sua componente compensativa in base a ponderata valutazione circa la durata del matrimonio, l’apporto alla crescita del patrimonio familiare o dell’altro coniuge, le rinunce lavorative o di crescita professionale concordate for each il bene della famiglia.

Da anni si ritiene che i detenuti non italiani debbano scontare le condanne nel loro paese indipendentemente dalle condizioni delle carceri verso cui li si trasferirebbero.

Oltre a Ilaria Salis e ad altri casi risaltati sui media, come quello di Chico Forti, ci sono altri 2mila italiani detenuti all'estero, di cui la maggior parte in Germania. Di loro si conosce pochissimo

Ieri, 29 gennaio, c’è stata un'udienza del processo e la donna è rimasta in aula in catene for each tre ore e mezzo. “Mia figlia viene trattata arrive un animale”, ha detto il papà Roberto. L’udienza è stata aggiornata al 24 maggio: rischia fino a 24 anni di carcere

Poco più di un detenuto su cinque non ha il passaporto del Paese che lo imprigiona. La percentuali più basse si trovano, arrive period prevedibile che fosse, nei Paesi dell’est che non sono paesi tradizionali di immigrazione bensì di emigrazione. Le più alte percentuali si riscontrano in alcuni Paesi dell’Europa centrale (advert esempio Belgio e Austria).

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Tra le altre cose, Nordio ha dichiarato che lo Stato italiano non chiederà alla giustizia ungherese di concedere gli arresti domiciliari a Salis, occur richiesto dal padre della detenuta, perché questo gesto sarebbe «un’interferenza» nella «sovranità della giurisdizione straniera». 

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La presenza di un difensore italiano esperto di diritto penale internazionale che conosca, coordini, controlli, valuti e monitori here il comportamento dell’avvocato locale è di fondamentale importanza per un detenuto italiano all’estero.

"L'avvocato romeno che ho sentito al telefono oggi – ha dichiarato la 55enne – ha chiesto un incontro con la direzione dell'istituto, ma abbiamo chiesto anche la presenza dei rappresentanti della nostra ambasciata dalla quale attendiamo risposta".

Ne parliamo con Irene Pastorino, che alla Farnesina lavora nell’ufficio che si occupa della tutela degli italiani all’estero, e con l’Ambasciatore d’Italia a Bangkok, Lorenzo Galanti, che ha seguito il caso di un connazionale condannato a morte in Thailandia e poi scagionato e liberato.

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